La Torre Velasca e la nuova zona pedonale
Con il suo fascino dalle forme avveniristiche, la Torre Velasca resta uno dei simboli della Milano in crescita del secondo dopoguerra.
106 metri d’altezza per 27 piani, di cui due seminterrati. Il progetto è dello Studio BBPR, degli architetti Banfi, Belgioioso, Peressutti e Rogers.
Hanno impiegato meno di un anno per costruirla nella seconda metà degli anni Cinquanta. Oggi rappresenta un gioiello architettonico unico. Un emblema della rinascita in atto in quegli anni e ora un’icona internazionale.
Si trova nel cuore della metropoli a poche centinaia di metri dal Duomo. Tra palazzi d’epoca signorili ed edifici storici si erge tra Via Pantano e Corso di Porta Romana.
Facile vederla infatti svettare in prospettiva tra le statue che sormontano le guglie della cattedrale.
È alta due metri meno della Madonnina, come voleva una Legge degli anni Trenta. Questa regolamentava le altezze degli edifici affinché la statua della Vergine dominasse la città.
Anche se non è più in vigore, per Milano rimane una tradizione. La stessa Torre Isozaki, al momento il più alto edificio della città, accoglie sulla sua cima una copia della statua dorata della Guglia Maggiore della Cattedrale.
L’edificio in cemento armato ospita sia appartamenti residenziali che uffici. Recentemente la Torre Velasca è stata acquistata da Hines, la società immobiliare internazionale che ha trasformato Porta Nuova.
Gli interni della Torre Velasca sono rimasti invariati nel corso del tempo. Alcuni sono stati progettati con arredi su misura permanenti e, per la loro particolarità, sono diventati il set di alcuni film e serie tv.
La ristrutturazione è curata da Asti Architetti. Prevede la conservazione degli esterni originali e una rimodulazione degli spazi interni per renderli più funzionali e contribuire al benessere di chi vi abiterà e lavorerà.
I lavori del grattacielo saranno completati nel 2023.
Ora l’obiettivo è di riportarla a nuovo splendore valorizzando il quartiere Missori e tutta l’area circostante, da via Pantano fino all’Ateneo di via Festa del Perdono. Quest’ultimo tratto diventerà area pedonale con spazi verdi e panchine.
Foto di copertina: Andrea Delbò
Fonte: MilanoToday