CASA DEGLI OMENONI: DA LEONI A RICORDI
Tra piazza Meda e il Teatro alla Scala sorge la Casa degli Omenoni, nella via che prende il nome dall’edificio.
Del palazzo originario, ricordato anche come Palazzo Leoni-Calchi e realizzato per volere di Leone Leoni, rimane solo la facciata, a cui è stato aggiunto il piano attico e i balconi in ferro battuto.
Per il resto sono state apportate numerose modifiche strutturali tra Ottocento e Novecento che ne hanno alterato completamente l’aspetto, anche all’interno.
Leone Leoni era uno scultore e cesellatore al servizio sia di Filippo II di Spagna e di Carlo V d’Asburgo. Nel 1542 il marchese del Vasto, allora governatore di Milano, lo nominò scultore della Cesarea Zecca di Milano.
Intorno alla metà del Cinquecento pare entrò in possesso della Casa degli Omenoni, anche per installare la fonderia “per fare l’opere per Sua Maestà” e farne la dimora sua e del figlio, Pompeo, anch’egli scultore.
Erano mercanti d’arte e collezionisti di fama, tanto che avevano collezionato opere d’arte dei maggiori artisti dell’epoca, tra cui Tiziano e Correggio, calchi in gesso di statue classiche e i disegni di Leonardo.
Il nome deriva dal dialetto milanese per indicare i “grandi uomini” e infatti la facciata ospita otto telamoni, realizzati in pietra dallo scultore lombardo Antonio Abbondio detto l’Ascona.
Rappresentano, in stile romano con un richiamo alla Magna Grecia, i barbari sconfitti. Sopra le loro teste si notano infatti le stirpi di cui fanno parte: Adiabene, Marcomanno, Parto, Quado, Sarmata e Svevo.
Tra le particolarità meritano di essere ricordate il vecchio numero civico 1722 e il rilievo sopra l’ingresso che raffigura la Calunnia come un satiro sbranato dai leoni, simbolo del casato degli allora proprietari.
Il cortile interno dell’edificio, restaurato nel 1929 da Portaluppi, si apriva con portici a colonne su tre lati con fregio di triglifi e metope.
Il Vasari nel capitolo delle Vite dedicato a Leone Leoni, descrive così il palazzo: “Lione, per mostrare la grandezza del suo animo, il bello ingegno che ha avuto dalla natura, e il favore della fortuna, ha con molta spesa condotto di bellissima architettura un casotto nella contrada de’ Moroni, pieno in modo di capricciose invenzioni, che non n’è forse un altro simile in tutto Milano”.
Il palazzo è stato sede della gloriosa casa musicale Ricordi e dal 1928 è sede dell’esclusivo circolo milanese Il Clubino.
E davvero non esiste gioiello architettonico simile in tutta Milano. Simbolo dell’abitare circondati dalla bellezza.
Foto di copertina @nebulosa_simonastucchi
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