Grattacielo Pirelli: il gioiello di Giò Ponti
Il Grattacielo Pirelli, soprannominato dai milanesi “Il Pirellone”, è uno degli edifici più amati della città.
Un simbolo della grande imprenditoria manifatturiera lombarda e della modernità che stava plasmando Milano.
Si trova in piazza Duca D’Aosta, accanto alla Stazione Centrale ed è sede del Consiglio Regionale.
Commissionato da Alberto Pirelli all’architetto e designer Giò Ponti nel 1950, venne inaugurato nell’aprile del 1960, pochi anni dopo la Torre Breda – nota anche come grattacielo – e la Torre Velasca.
Era stato pensato come nuova sede amministrativa del Gruppo industriale Pirelli. Ha una forma affusolata ed essenziale, studiata per essere tanto leggera, quanto resistente.
“L’architettura è un cristallo… forme chiuse dove tutto si consuma nel rigore dei volumi e d’un pensiero”, scriveva Giò Ponti, che aveva seguito tutte le fasi del progetto.
Progetto che, per la sua complessità, aveva richiesto un lavoro di squadra con la collaborazione dell’ing. Antonio Fornaroli, dell’arch. Alberto Rosselli, dello studio dell’ing. Giuseppe Valtolina e dell’ing. Egidio Dell’Orto.
Allo stesso modo si era resa necessaria l’opera di Pier Luigi Nervi e Arturo Danusso per trovare particolari soluzioni tecniche ai problemi statici. Il rapporto ridotto tra larghezza e altezza, in una struttura soggetta alle forti raffiche di vento, necessitava una soluzione senza precedenti: il calcestruzzo armato.
Alto 127,10 metri e largo 70,4, ha una profondità di 18,5 metri nel punto centrale. Emerge dal suolo circondato da spazi vuoti. Con i suoi 31 piani, ha una superficie interna di 24.000 metri quadrati per 60.000 tonnellate di peso.
Nel 2002 il grattacielo Pirelli, grazie a questa avveniristica concezione, ha resistito a un incidente aereo che distrusse completamente il 26esimo piano mettendo a dura prova l’intera struttura portante.
Gli interventi di rifacimento, nell’anno successivo, vennero affidati a un gruppo di lavoro. Ne facevano parte storici, architetti, ingegneri ed esperti e scelsero il restauro conservativo, affidato a Renato Sarno Group e Corvino Multari Architetti Associati con la collaborazione degli ingegneri Antonio Migliacci e Maurizio Acito, dell’arch. Adriano Crotti e del Prof. Giorgio Torraca.
Tra le particolarità anche la reintegrazione dei pavimenti in linoleum “giallo operativo Ponti”, come da disegno originale, e la “bucherellatura” dei setti in calcestruzzo evidenziata nei disegni dell’architetto.
Durante la ristrutturazione l’auditorium sotterraneo venne intitolato a Giorgio Gaber e il “Belvedere” al 31esimo piano a Enzo Jannacci. I due spazi sono aperti al pubblico in occasioni speciali.
Per gli amanti della musica, infine, Adriano Celentano ricordò il Pirelli nella sua canzone dal titolo “Un albero di 30 piani”, mentre al 31esimo piano, si è recentemente esibita anche Roberta Gentile, giovane promessa della musica soul jazz, in un concerto live.
Copertina foto IG @_guylain_
Interni foto IG @corradonelvastellio
Foto “giallo operativo” IG @Urbanfile